venerdì 18 gennaio 2013

Le DONNE di Gaza

Io sono una donna occidentale, nata e cresciuta in una cultura occidentale, per la precisione Italiana, anzi Siciliana . Perchè preciso la regione che ha visto i miei natali? Subito detto :
La Sicilia ha molte affinità con la cultura araba perchè gli arabi la occuparono nel 827 dopo essere sbarcati a Granitola, nei pressi di Mazara del Vallo. Io conosco molto bene questa città e vi posso assicurare che fino ad oggi ha conservato molti aspetti della cultura araba, come del resto tutta la Sicilia, sia sotto il profilo architettonico che su quello culturale , compresa l'arte culinaria, molto affine a quella araba.
Ma io sono qui oggi per parlare di donne siciliane e di donne arabe, delle similitudini e delle differenze fra di esse.
Nella Sicilia degli anni 50 -60 le donne , per lo più di cultura cristiana, avevano conservato molte delle caratteristiche , per usi e costumi, delle donne arabe , di cultura musulmana. Usavano  coprire il loro capo, estate ed inverno con delle sciarpe per lo più di colore oscuro ed erano sottomesse ai propri capi famiglia (dal marito , se sposate; da padre e fratelli se ancora nubili) non era in uso rivolgere la parola per strada ad uomini estranei alla propria famiglia e venivano maltrattate se venivano scoperte in compagnia di uomini estranei alla famiglia in  qualsiasi luogo, non rare erano le contese, spesso anche parecchio accese che sfociavano anche nella violenza per motivi a tal riguardo. In parole povere, agli uomini non veniva proibito nulla, alle donne tutto.
Oggi tutto questo fa parte di un antico passato e stiamo sempre più avvicinandoci ad un rapporto paritario basato sul rispetto reciproco, anche se in alcuni settori rimangono ancora residui di  uomini privilegiati......
Perchè dico questo?
Ebbene la realtà delle donne di Gaza è ancora oggi molto chiusa. Da quello che ho appreso, nella società di Gaza è tutto fermo e stagnante ad almeno 50 anni fa........alle donne , non è concesso salutare estranei per strada e gli uomini non devono osare rivolgere loro neanche sguardi se non appartenenti al nucleo familiare. Le donne sono ancora sottomesse ai mariti se sposate o ai  maschi della casa se ancora nubili. La vita delle donne di Gaza si svolge esclusivamente fra le mura domestiche dedite all'educazione dei figli e alle faccende domestiche. Difficilmente svolgono lavori al di fuori della propria casa . Questo si può, in buona parte,  attribuire a quei maledetti muri che non favoriscono una normale evoluzione sociale, economica e culturale. Le donne mettono al mondo in media da 8 a 12 figli perchè l'incremento della popolazione rappresenta la forma più alta ed efficace   di resistenza, poichè il  nemico Israele, impegnato nelle sue pratiche espansionistiche barbare e selvagge, impegnato a commettere massacri allo scopo di compiere una vera e propria pulizia etnica, mai potrà annientare un popolo come quello di Gaza , che, malgrado tutto è in crescita, che supera perfino la Cina per densità di popolazione. La religione musulmana poi  incide in minima parte su questo fermo ideologico-culturale con le sue tradizioni che vogliono la donna coperta il più possibile e chiusa fra le mura domestiche.
Ogni popolo ha diritto di evolversi e crescere con i suoi ritmi di tempo. Nessuno ha il diritto di esprimere  giudizi su una cultura che non conosce e di cui non fa parte. Però io, in cuor mio, spero con tutta l'anima che possa giungere la fine di questo triste e tragico assedio, di questo genocidio dalle dimensioni mai viste prima, anche per potere permettere alle donne di Gaza di potere decidere liberamente le sorti del proprio destino , di potere instaurare un rapporto di reciproco rispetto con gli uomini e di potere doppiamente urlare al vento:
W LA LIBERTA'!

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